Interviste
Il sapore (digital) del successo
Intervista a Mattia Moleri, aka Mattia’s Table, Content Creator
Martina Roncadi | 19.10.2023 | 6 minuti
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"La cosa che mi riusciva meglio e in maniera più naturale era l’unione tra la mia passione per la cucina e le mie abilità nel produrre contenuti online. Risultato? La nascita di Mattia’s Table!"
Foto di Angelo Leonardo
Quando io e il mio team abbiamo iniziato a pensare alla forma che avremmo voluto dare a Zupppa, eravamo sicuri che il focus dovesse essere sempre e comunque il mondo della comunicazione e del digital per due motivi ben precisi: in primis perché siamo un’agenzia di comunicazione, e senza peccare di presunzione, è quello che ci riesce meglio. In seconda battuta perché il mondo del food ha sempre più a che fare con le piattaforme digitali, e chi le popola non solo desidera svagarsi beneficiando di contenuti interessanti, ma molte professioni si sono spostate proprio in questo contesto, ed è importante attribuirgli un valore specifico.
Per tutte queste ragioni, questa settimana abbiamo fatto due chiacchiere con un content creator di fama mondiale (il suo account Instagram conta più di un milione di follower provenienti da tutto il mondo).
Si chiama Mattia Moleri, in arte Mattia's Table, un ragazzo nelle cui vene scorre sangue bergamasco e una passione smodata per la cucina. Classe 1997, ha studiato e vissuto per molto tempo in Olanda, parla un inglese perfetto, ed è riuscito a crearsi un’audience internazionale. I suoi video, che contano milioni di visualizzazioni, piacciono per la sua genuinità tutta italiana e la vasta scelta culinaria che propone al suo pubblico.
Gli abbiamo chiesto di raccontarci un po' di lui, delle sue origini e di cosa significhi oggi lavorare nel mondo del digitale.
La tua storia?
La passione per la cucina esplode grazie alla mia famiglia, in particolar modo da mia nonna che ha sempre preparato montagne di cibo per tutti il sabato a pranzo. Sono cresciuto dando una grande importanza al cibo e al mangiar sano per volere dei miei genitori. Questo slancio ha preso poi forma quando, dopo le scuole superiori, ho deciso di lasciare l’Italia per trasferirmi in Olanda. Mio malgrado mi sono ritrovato a dover cucinare tutti i giorni per me stesso, e tra un errore e un altro ho esplorato nuovi piatti e ricette, tutto da autodidatta. Devo ammettere che spesso il risultato erano solo dei gran “mappazzoni” ma col tempo, un pò di fatica e l’aiuto di Internet, sono molto migliorato. Dopo la laurea (in Public International Law ad Amsterdam, ndr) ho iniziato a lavorare come stagista presso la Food Compliance International ma non ero del tutto sicuro del mio percorso. Ero ancora alla ricerca di quello che mi sarebbe piaciuto fare nella vita così, un po' per svago, ho iniziato a postare su TikTok qualche video dei piatti che preparavo a casa. Di lì a poco, e anche inaspettatamente, il mio account ha iniziato a popolarsi sempre più. Mi ero dato sei mesi per valutarne il riscontro ma, una volta raggiunto il milione di follower, ho capito che quella era la strada giusta da seguire. Oggi lo posso considerare a tutti gli effetti il mio lavoro e la scelta migliore che potessi prendere!
Quando hai deciso di diventare Mattia’s Table?
Il mondo del web mi ha incuriosito sin dalla adolescenza. Ho iniziato facendo video stupidi su Vine per divertimento poi, durante la pandemia, ho deciso di aprire un canale Twitch, e lì mi sono lanciato nella creazione di podcast che avevano come oggetto il cambiamento climatico. Nessuno di questi due percorsi ha avuto un gran successo, il che mi ha fatto comprendere una volta per tutte che la cosa che mi riusciva meglio, e in maniera più naturale, era l’unione tra la mia passione per la cucina e le mie abilità nel produrre contenuti online. Risultato? La nascita di Mattia’s Table.
Hai vissuto in Olanda per molto tempo, un paese multietnico in cui si fondono e convivono culture diverse. Parlami delle influenze culinarie che hai trovato vivendo lì. È per questo che hai deciso di approcciarti a una cucina internazionale?
Assolutamente sì. L’Olanda mi ha dato la possibilità di iniziare a esplorare cucine diverse avendo a disposizione prodotti provenienti da tutto il mondo. Una delle prime che ho sperimentato è stata quella Messicana, che mi ha indirizzato a fare sempre pù ricerca e a scoprire il mondo attraverso i suoi ingredienti e i suoi sapori.
Cosa ti ha spinto invece a diventare meatless?
Ho intrapreso i miei studi in legge con la speranza di poter diventare un avvocato ambientale in un’organizzazione internazionale come l’ONU o in una delle sue agenzie. Mi sembrava una presa di posizione naturale -se non per evitare di sentirmi un ipocrita- cercare di abbattere le mie emissioni di gas ad effetto serra. Ancor prima della pandemia decisi già di smettere di mangiare manzo, per poi eliminare definitivamente la carne dal mio regime alimentare nel 2020. Per farti capire quanto ci tengo, il mio primo username che ho utilizzato su su TikTok è stato “climatechef”, salvo poi modificarlo in “mattiasable” una volta raggiunti i 50mila follower.
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