Interviste

Il futuro è Green. Pea.

Intervista a Francesco Farinetti, Presidente Esecutivo di Green Pea

Martina Roncadi | 11.01.2024 | 7 minuti

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“Green Pea è un progetto nato per avvicinare il maggior numero di persone possibile al mondo della sostenibilità. Per farlo, ci impegniamo ogni giorno nel rendere “pop” i temi legati alla salvaguardia del Pianeta, traducendo il concetto astratto di Sostenibilità in Rispetto”

Francesco Farinetti

Uno dei termini più abusati degli ultimi tempi è, senza dubbio, green: green economy, green energy, green strategies, etc. Alla base di ogni gesto, che ha come intento ultimo la volontà di risparmiare, ridurre, attenzionare alle problematiche legate al tema della sostenibilità, si parla spesso al futuro. Ma non sarebbe meglio declinarlo al presente?
Per quanto possa risultare dissonante associare la nostra vita quotidiana alle decisioni future di ogni singolo individuo, a Torino è nato un progetto che ha la capacità di unire perfettamente il Presente e il Futuro: stiamo parlando di Green Pea, il primo centro commerciale al mondo dedicato al tema del Rispetto, “un luogo in cui i prodotti sostenibili diventano un piacere”.
All’interno di Green Pea è possibile usufruire non solo di servizi sostenibili, ma anche concedersi il lusso di acquistare il meglio del Made in Italy eco-friendly.
Quando c’è di mezzo la famiglia Farinetti, d’altronde, non c’è da stupirsi: la profonda visione imprenditoriale del papà di Eataly, Oscar Farinetti, è stata tramandata di generazione in generazione, tanto da tramutarsi in progetti “belli e concreti”, come appunto Green Pea.
A dirigere questa grande struttura ecosostenibile è Francesco, il figlio maggiore di Oscar, che ci ha raccontato nei dettagli cosa significa fare qualcosa di concreto per salvare il Pianeta, la casa del nostro presente e del tempo che verrà.

Green Pea

Che cos’è Green Pea?

Green Pea è il primo Green Retail Park al mondo dedicato al tema del Rispetto: 15.000 m² in cui scoprire un nuovo modo di consumare. Abbiamo selezionato solo prodotti e servizi sostenibili, creati in armonia con la Terra, l’Aria, l’Acqua e le Persone: automotive, energia, arredi, abbigliamento e lifestyle con più di 200 partner. Il meglio del Made in Italy sostenibile, insomma. È aperto dal 2020 e si trova a Torino accanto alla sede storica di Eataly Lingotto, il primo Eataly al mondo.

Tre parole chiave per descrivere questo progetto:

Rispetto, Bellezza e Futuro.
Green Pea è un progetto nato per avvicinare il maggior numero di persone possibile al mondo della sostenibilità. Per farlo, ci impegniamo ogni giorno nel rendere “pop” i temi legati alla salvaguardia del Pianeta, traducendo il concetto astratto di “Sostenibilità” in “Rispetto”: rispetto per le persone, per l’ambiente e per il futuro.
Green Pea è un luogo pensato per rendere il Rispetto un’esperienza – una bella esperienza – da scoprire attraverso 5 piani di prodotti, servizi e idee innovative: dalle automobili elettriche all’arredamento, dall’abbigliamento ai ristoranti, dagli eventi alla Spa nel nostro giardino pensile sul tetto.
Raccontare la bellezza poi è fondamentale per Green Pea. La bellezza del Pianeta, prima di tutto, e la bellezza del Made in Italy, per ricordarci che molte soluzioni per migliorare il nostro impatto sul Pianeta esistono già, e possono unire etica e incanto.
Cercare di avvicinare le persone al futuro è la ragion d’essere più profonda di questo progetto: presentare a chi ci visita degli spunti interessanti e gradevoli per modificare le proprie abitudini è la ricetta perfetta per creare, insieme, un cambiamento collettivo. Intervenire sul presente, un gesto alla volta, pensando al futuro. Riflettere sul Pianeta di domani, pensare a quello che lasceremo ai nostri figli, non è facile: di fronte a problemi troppo grandi si rischia di cadere nell’ansia e nell’immobilismo. Per evitarlo e spingere, invece, all’azione, abbiamo radunato nello stesso luogo più di 200 aziende che mostrano dal vivo progetti reali, che riassumono il meglio della sostenibilità di oggi offrendo prodotti e soluzioni pratiche alle persone al fine di rendere sostenibili i loro gesti quotidiani.

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Ci sono modelli di “imprenditoria sostenibile” a cui si ispira?

Green Pea è un progetto nato, sia su carta che nelle nostre menti, più di tredici anni fa grazie all’esperienza portata avanti con Eataly (a sua volta derivato dalla visione di Carlin Petrini e da tutte le attività di Slow Food – movimento culturale nato nel 1987 con lo scopo di promuovere il valore e il rispetto per il cibo e l’ambiente, ndr).
Grazie a Eataly abbiamo studiato e approfondito la filiera agroalimentare delle eccellenze regionali italiane capendo quanto la sostenibilità sia una necessità fondamentale per una crescita consapevole, e quanto l’Italia possa assumere un ruolo di primo piano in questo campo. L’avventura Green Pea nasce per dare, a tutto ciò che ci circonda, lo stesso livello di attenzione che da una quindicina di anni diamo al cibo. Possiamo definire Green Pea come una sorta di “Eataly of Things”: racconta e fa informazione riguardo agli ingredienti “delle cose”, cioè di tutto ciò che non è cibo e che è parte fondamentale della nostra vita. Mentre Eataly è ispirata alla filosofia di Carlin Petrini del cibo “buono, pulito e giusto”, Green Pea traduce questa filosofia in “bello, pulito e duraturo”.

Il vostro claim è From duty to beauty: che doveri abbiamo per salvaguardare la bellezza del nostro Pianeta?

Parlare di doveri è difficile, si rischia di allontanare istintivamente le persone e spingerle sulla difensiva. Preferiamo parlare di buon senso e, il buon senso – insieme al 90% degli scienziati di tutto il mondo – ci dice che per mantenere piacevole la vita umana su questo pianeta occorre cambiare il nostro modo di vivere. Occorre trasferire il valore del Rispetto dal senso del dovere, al senso del piacere. Non dobbiamo cambiare i nostri modelli perché obbligati, ma perché ci crediamo e ci piacciono. Modificare le proprie abitudini non è agevole per gli umani, lo sappiamo, e Green Pea nasce anche per questo: è un luogo pensato per offrire alle persone soluzioni piacevoli e fattibili, e supportarle nel cambiamento. Soluzioni che dimostrano tutta la capacità di saper fare, e del saper fare bene, del nostro Paese. Per rispondere alla domanda, credo che l’unico dovere che davvero abbiamo è quello di darci la possibilità di cambiare e di farlo mettendo al centro il Rispetto globale.

Cibo e rispetto per l’ambiente: quanto influiscono gli sprechi alimentari in tema di inquinamento?

Secondo la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) si spreca, su scala mondiale, un terzo di tutto il cibo prodotto sul Pianeta, causando impatti ambientali enormi. Il nostro rapporto con il cibo è infatti una delle cartine di tornasole della crisi climatica: paradossalmente, 2,1 miliardi di persone sono obese o in sovrappeso nel mondo, mentre più di 800 milioni soffrono la fame. Per sensibilizzare sul tema, le vie sono due: fare cultura, raccontare bene il cibo e il suo impatto sull’ambiente e sulla salute e, in parallelo, mettere in campo progetti concreti per contenere gli sprechi. Eataly è stata capofila, negli anni, su due fronti: dalla sensibilizzazione con i corsi della Scuola di Eataly e le sue tante attività didattiche, e la promozione di progetti contro lo spreco alimentare: il programma di biodiversità Bee The Future per il ripopolamento delle api in Italia, fino alla realizzazione dei mille orti in Africa con Slow Food.
Facendo tesoro dell’esperienza maturata in Eataly, i luoghi di ristorazione presenti all’interno di Green Pea – il bistrot 100 Vini & Affini, il ristorante Casa Vicina e Otium Rooftop – portano in tavola la sostenibilità alimentare. Le protagoniste assolute sono le filiere cortissime e di rispetto, fondamentali per costruire una proposta ampia e inclusiva per tutti: dalle insalate aeroponiche, alla cucina tradizionale piemontese, sempre con gli stessi ingredienti “buoni, puliti e giusti”.

 

Utilizzate i social per comunicare al meglio i vostri valori e la vostra visione?

Fin dalle prime fasi di costruzione del progetto Green Pea, i social hanno avuto un ruolo centrale nella nostra comunicazione. Nel corso degli anni abbiamo visto crescere una community affezionata, che si muove dall’online all’offline. Attraverso contenuti che abbracciano i vari social – Instagram, Facebook e da poco anche TikTok – ci confrontiamo con pubblici diversi e creiamo occasioni di racconto dei valori della sostenibilità, cercando il confronto quotidiano con chi ci segue.
Sui social raccontiamo tutte le anime del progetto Green Pea: le storie di Rispetto dietro ai prodotti che vendiamo, le novità del mondo della sostenibilità, gli eventi che ospitiamo – da quelli per le famiglie a quelli culinari, fino ai momenti di approfondimento – invitando le persone a venire a scoprirci.

 

Essere figlio di Oscar. Quanto ha influenzato il percorso che ha scelto?

Moltissimo. Non potrei dire diversamente. Anche se devo confessare che, dopo la vendita di UniEuro, – la prima esperienza imprenditoriale della nostra famiglia fondata da mio nonno Paolo, nonché il luogo in cui avrei tantissimo voluto lavorare da grande – avevo detto a mio padre Oscar che non avrei mai collaborato con lui. Accade però che, mentre studiavo a Madrid, mi chiama per dirmi, testualmente: “Ho bisogno di te per il nuovo progetto Eataly”. Era il 2004. Decisi quindi di dover in qualche modo ripagare mio padre per tutto quello che aveva fatto per me nel corso degli anni e, in una sorta di modello di “prestito universitario”, siglammo un contratto per il quale avremmo dovuto lavorare insieme per tre anni al massimo, per poi continuare per la mia strada.
Chiaramente, non è andata proprio così! Sono vent’anni ormai che lavoro con lui, e devo ammettere di essergli profondamente grato per quello che mi ha insegnato, e continua a insegnarmi, ogni giorno.

 

Progetti futuri? Dove si vede da qui a dieci anni?

I cicli sono ormai così brevi che dieci anni sono davvero un tempo molto lungo per fare previsioni accurate. Nel medio periodo continuerò a concentrarmi direttamente sul format di Green Pea e sulla governance e sviluppo delle società che gestisco con i miei fratelli, Nicola e Andrea, con interessi principalmente nel mondo vitivinicolo, real estate, start-up e il nuovo progetto FICO a Bologna.
Nel futuro prossimo, invece, mi piacerebbe restituire quanto appreso e vissuto in questi anni alle mie care Langhe: una sorta di ritorno a casa. Il sogno sarebbe quello di lavorare nel settore turistico-enogastronomico poiché, grazie all’unicità del nostro territorio, vi è un potenziale fortissimo di sviluppo.

Interno Green Pea

Green Pea
Via Ermanno Fenoglietti, 20
10126 Torino (TO)
www.greenpea.com

Martina Roncadi

Laureata in Scienze della Comunicazione, ha seguito diversi corsi di specializzazione alla Scuola Holden di Torino tra cui “Food – Design dell’esperienza gastronomica”, grazie al quale si è accesa la miccia per la scrittura nel panorama enogastronomico. Amante dei viaggi, della buona tavola e della musica indie, il suo segno zodiacale è Ariete. Si consiglia pertanto di non farla arrabbiare. Fanatica dello sport, è campionessa olimpica di junk food e di coccole al suo gatto, Giorgio.